Codex Purpureus Rossanesis
La Storia
La Calabria scrisse Leonida Rapaci fu creata dal Signore più bella della California e delle Haway, più bella della Costa azzurra e degli arcipelaghi Giapponesi. Infinitamente varia per le sue bellezze naturali presenta dei tesori inestimabili che tutto il mondo ci invidia. Tesori di arte, tesori nel sottosuolo, tesori a cielo aperto. Uno dei più preziosi tesori della Calabria è certamente il Codex Purpureus Rossanensis, un manoscritto del VI secolo, conservato nel Museo Diocesano di Rossano. Rossano, impropriamente chiamata anche Rossano Calabro per distinguerla da Rossano Veneto, è una frazione di 36 623 abitanti, attualmente parte del comune di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, in Calabria. La città di Rossano si trova nella fascia orientale della piana di Sibari tra la Sila e la costa ionica.
Il territorio comprende terreni di diversa origine geologica, con caratteristiche differenti, alle quali corrispondono diversi tipi di flora. Dal punto di vista paesaggistico dominano le culture arboree. L’economia locale ruota principalmente intorno all’agricoltura e alla produzione di olio extravergine di oliva. Altre attività sono la produzione della liquirizia con la Fabbrica Amarelli, sede anche di un Museo della Liquirizia, la pesca, l’itticoltura, le produzioni lattiero-casearie, la lavorazione del legno, del vetro, delle pelli, del ferro battuto, il restauro di mobili d’arte, il ricamo, l’artigianato e numerose attività commerciali.
Il Codex Purpureus Rossanensis si trova nella lista internazionale dei manoscritti rari ecclesiastici, ed è uno dei più antichi esistenti al Mondo. Preziosissimo quindi per tanti motivi, per le sue bellissime miniature che raffigurano la vita di Cristo, è formato da 188 fogli di pergamena che rappresentano l’intero Vangelo di Matteo e buona parte di quello di Marco. Si presume che in origine fosse composto dai quattro Vangeli. I fogli di pergamena sono tinti di un colore purpureo, da cui prende il nome. Il Codex Purpureus è un documento di straordinario interesse perché ci riconduce alla civiltà greco-orientale che tanti segni concreti di arte e di pensiero ha lasciato nella nostra Regione. Pare che si possa datare tra il V e VI secolo. Realizzato probabilmente ad Antiochia in Siria. Incerto è anche il motivo del suo arrivo proprio a Rossano. Probabilmente è collegato all’ espansione del monachesimo in Calabria giunto a Rossano con alcuni monaci provenienti da Costantinopoli o dallo Egitto quindi durante il periodo del monachismo. Altra tesi fa coincidere il suo arrivo con l’evoluzione di Rossano a diocesi nel X secolo. Un’altra ipotesi che nel 982 fu portato dalla principessa bizantina Teofano, moglie di Ottone II e imperatrice del Sacro Romano Impero. Il Codex è considerato Patrimonio dell’Umanità e inserito nelle liste dell’Unesco. Nel 2012 fu necessario trasferirlo a Roma presso l’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del patrimonio Archivistico e Libraio per accertare lo stato di conservazione. Accertate indagini hanno portato a formulare un rigido protocollo conservativo al fine di predisporre modalità e tecniche per potere trasmettere integro alle generazioni future un documento di inestimabile valore storico, artistico oltre che religioso. Le pergamene sono di origine ovina. Per la qualità del materiale, le dimensioni la elasticità e la compostezza delle fibre si desume che gli animali fossero giovani e non più lattanti. Lavorate in maniera eccellente presentano fogli più sottili per le miniature, più consistenti quelli per il testo. Dai risultati delle ultime indagini e dagli studi effettuati si desume che il rosso violaceo delle pagine sia stato ottenuto utilizzando l’oricello ottenuta da varie specie di licheni misto a carbonato di calcio fermentato in bagni basici o ammoniacali. Questo è un risultato di grande importanza perché l’uso dell’oricello era conosciuto in epoca più tarda e mai ritrovato in un codice così antico. Le indagini di laboratorio durante il restauro del 2012 hanno consentito di stabilire l’utilizzo di materiali cromatici, preziosi e costosi. Le raffigurazioni sono ricche di personaggi. Le figure 221, importanti e meno importanti. Cristo, i profeti, gli apostoli e anche i personaggi minori sono rappresentati con sentimenti diversi a seconda la diversa situazione. E così sono rappresentati il culto, il pianto, la sofferenza, la gioia, il lutto.
Ricca e vasta è anche la rappresentazione della flora e della fauna e dell’ambiente naturale. Storicamente le vicende rappresentate si riferiscono agli anni 30 del I secolo dopo Cristo nel territorio di Israele.